SENIGALLIA / Incarichi dirigenziali, il Comune non tiene conto dell’ispezione ministeriale
SENIGALLIA / Incarichi dirigenziali, il Comune non tiene conto dell’ispezione ministeriale
Per Senigallia Bene Comune l’Amministrazione Mangialardi continua a negare, contro ogni evidenza, le irregolarità e le disfunzioni emerse nel corso dell’indagine eseguita dagli ispettori del Ministero delle Finanze
SENIGALLIA – “L’amministrazione Mangialardi continua a negare contro ogni evidenza le irregolarità e le disfunzioni emerse dall’indagine eseguita dagli ispettori ministeriali”, è quanto segnala, con un documento, la lista Senigallia Bene Comune..
“Nel discorso di fine anno – si legge sempre nel documento – nessuna menzione è stata fatta rispetto ad una ispezione che getta molte ombre sull’operato di questa amministrazione, molto lontana nei fatti dal concetto di trasparenza tanto declamato. Ignorare, anzi minimizzare ogni cosa è questa la parola d’ordine pur di non andare alle radici di una ispezione che identifica ben diciotto irregolarità che vengono definite ‘di maggior rilievo. ‘
E’ di questi giorni la conferma di tutti gli incarichi dirigenziali (ben 6).
Ma cosa dice il documento ispettivo di questi incarichi a termine?
Nella relazione si legge (pagg 35-38) che il Comune ha fatto ‘amplissimo ricorso’ di contratti a termine per le posizioni dirigenziali (richiamando il TUEL art. 110) e in particolare in una specifica finestra temporale che va da 01/10/2010 fino al 01/11/2015.
Grazie poi all’entrata in vigore della legge di stabilità 2016, dal 1 gennaio 2016 il comune ha potuto superare il limite di legge finora consentito per il conferimento degli incarichi dirigenziali andando oltre la soglia del 30%.
“Nel documento si legge … “stante la dotazione organica tempo per tempo vigente, è evidente che in tutto il periodo considerato l’ente ha superato le percentuali di legge. In primo luogo ha violato il limite fissato dell’art. 40 c.l. d. lgs 150/09 con gli incarichi conferiti ai dirigenti Brunaccioni Flavio, Filonzi Laura, Mandolini Maurizio, Mattei Paolo e Gianni Roccato tra ottobre 2010 e giugno 2011, scaduti il 1/08/2015 al termine del mandato sindacale.”
“Il documento poi al punto 10 continua affermando una “ errata modalità di finanziamento della retribuzione di posizione del coordinatore ATS (ambito territoriale sociale) n. 8, peraltro fissata in assenza di pesatura, con conseguenti riflessi sulla corretta determinazione dei fondi per il trattamento accessorio del personale dirigente 2011-2015, determinando eccedenze per complessivi 168.369,58 euro”.
“Collegato alla definizione degli incarichi dirigenziali a pag. 32 gli ispettori si soffermano anche sul ruolo del comitato dei sindaci dell’Ambito Territoriale e Sociale 8 presieduto dal sindaco Mangialardi (Senigallia è il comune capofila). Leggiamo testualmente “Dagli atti citati risulta che il compenso aggiuntivo (del coordinatore di ambito ndr) è stato determinato in sede politica dal comitato dei sindaci dell’ambito territoriale e sociale n.8 violando il dettato dell’articolo 27 CCNL 23/12 /1999, che impone che la determinazione della retribuzione di posizione dirigenziale sia preceduta dalla pesatura della medesima, sulla base di criteri tecnici”
Perché il compenso aggiuntivo è stato definito in sede politica come affermano gli ispettori?
Esiste una pesatura della posizione dirigenziale e se sì con quali criteri? Se c’è una palese violazione del contratto collettivo dove erano le parti sindacali in fase di contrattazione?
Sappiamo ora attraverso la piattaforma del comune che nel decreto n° 753 del 30/12/2016 è stato confermato l’incarico di dirigente a Maurizio Mandolini anche come – COORDINATORE DI AMBITO.
“Al di là dei nominativi che il comune ha deciso di confermare ciò che ci preme evidenziare come gruppo consigliare di opposizione sono queste reiterate anomalie finanziarie che nei fatti determinano un aumento del carico fiscale ai danni del cittadini e uno sperpero di denaro pubblico.
Non possiamo accettare che aumenti di retribuzione vengano decisi in ‘sede politica’ come non possiamo accettare che vengano superate soglie di legge per i compensi dirigenziali quando i cittadini devono sopportare nei loro bilanci familiari tasse salatissime sui servizi. Non è populismo o qualunquismo politico cercare di selezionare personale qualificato che possa controllare la spesa pubblica limitandone al massimo gli errori e non è ammissibile la ‘discrezionalità politica’ quando si amministrano i soldi dei cittadini.
“Il MEF con questa ispezione ha chiesto a questa amministrazione interventi specifici e puntuali chiedendo un cambio di rotta. Per Senigallia Bene Comune questo non è avvenuto. Viene dato spazio a vecchi metodi fiduciari, poco intellegibili ai più, soprattutto nei processi di valutazione delle performance che necessariamente devono rispondere a dei criteri misurabili.
Senigallia Bene Comune propone alcune linee di indirizzo.
– Recuperare le somme dovute agli errori/irregolarità di natura contabile e amministrativa segnalati dal MEF in sede ispettiva.
– Revisione tout court dei compensi dirigenziali.
– Escludere in sede di selezione del personale dirigenziale e non ogni forma di discrezionalità come afferma la corte costituzionale in merito ad una cosiddetta ‘dirigenza di fiducia’ garantendo forme di pubblicità che assicurino procedure comparative di selezione. (pag. 37 documento MEF nota 72).
– Estendere anche in sede di selezione dei dirigenti a termine il principio della rotazione per evitare ogni forma clientelare e discrezionale. Criterio sancito specificamente dalla legge 50/2016 (art. 36, comma 1). per quanto riguarda gli appalti sotto soglia. (Su questo aspetto dedicheremo uno specifico approfondimento).
“La trasparenza – conclude Senigallia Bene Comune – per noi è questo”.
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