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Veglia di Preghiera per il Vescovo Odo Fusi Pecci

Veglia di Preghiera per il Vescovo Odo Fusi Pecci

In programma questa sera (martedì), alle ore 21, nella Cattedrale di Senigalli. Mercoledì mattina i funerali presieduti dal Cardinale Edoardo Menichelli

Veglia di Preghiera per il Vescovo Odo Fusi Pecci

SENIGALLIA – Tante persone sono già passate in Cattedrale per un saluto e una preghiera e per tutto il giorno si potrà ancora pregare e rendere omaggio alla salma del vescovo Odo, pastore particolarmente caro e ricordato con affetto per la sua sensibilità ed il suo legame profondo con Senigallia e diocesi. Per le ore 21 è stata preparata una veglia di preghiera diocesana, presieduta dal vescovo Franco.

Mercoledì 23 marzo, alle ore 10, i funerali con il Cardinale Edoardo Menichelli che presiede la liturgia funebre, insieme a tutti i vescovi delle Marche. Tanti i sacerdoti della diocesi di Senigallia, della diocesi di Macerata che lo hanno avuto come rettore del Seminario e di altre diocesi marchigiane che lo hanno avuto come preside dell’istituto teologico.

Per l’occasione uscirà mercoledì un numero speciale della Voce Misena.

Diretta streaming dei funerali sul sito www.diocesisenigallia.eu

LA TESTIMONIANZA

di don GESUALDO PURZIANI

Quando il 12 settembre 1971 ho detto la mia prima Messa, nel pomeriggio dello stesso giorno accoglievo, insieme all’intera diocesi, il nuovo vescovo di Senigallia. In tanti ci si chiedeva quale sarebbe stato il futuro della chiesa senigalliese, finalmente arricchita dalla presenza di un vescovo stabile dopo quasi sette anni di sede vacante.

Adesso non si vedeva più in giro da tanto tempo, ma il vescovo Odo c’era. Per tantissimi di noi, laici e preti, è stato un punto di riferimento solido e le sue intuizioni pastorali, che forse non comprendevamo in pieno, si sono dimostrate sensate, necessarie, moderne. Gesù Cristo, l’Eucaristia, la Speranza, questi i punti cardine della sua predicazione evangelica; l’attenzione alla cultura contemporanea, il dramma della disoccupazione, la cura dei giovani le sue priorità pastorali. Uomo di profonda cultura, innamorato del Concilio Vaticano II, mons. Fusi-Pecci si è mosso con  disinvoltura, nonostante la sua timidezza ed il carattere un po’ impacciato, nelle diverse epoche ecclesiali. Non era per niente scontato accettare la sfida di una Chiesa rivoltata da cima a fondo dall’evento più significativo della sua storia recente, il Concilio. Ma Odo Fusi – Pecci ha vissuto fino in fondo tutte le sfide che l’aprirsi al mondo comportava. Sobrio, allergico ad ogni tipo di eccesso, era “di casa” ai vertici dell’episcopato italiano e marchigiano e tanto più lo era qui, in diocesi. A volte guardavamo con ironia il suo desiderio di essere quasi dappertutto: inaugurazioni, eventi, discorsi, Odo andava ovunque lo invitassero, credenti o no. Oggi la chiamiamo ‘chiesa in uscita’, allora ci sembrava quasi un’esagerazione. Ma la sua caparbietà aveva la meglio e, noncurante di quanto gli veniva detto, partiva, dialogava o meglio, fedele al suo nome, ascoltava: “Mi chiamo Odo e ascolto”. In giro per la diocesi, in lungo in largo, incoraggiando le buone prassi, richiamando alla necessità di fare i conti con un mondo che cambiava in fretta. Aveva capito l’anima di Senigallia, attento com’era agli umori culturali di un luogo, ma non si spaventava del suo spirito anarchico, di una contrapposizione anticlericale che, anche oggi lo constatiamo, è dura a morire. Ora lo pensiamo nell’eternità ed il nostro è un grazie grande quanto il suo amore per la sua chiesa.

 

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